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Quando Rosi mi ha parlato per la prima volta di Rossella,  per l’ esattezza a dicembre, non è passato giorno in cui non ci tenessimo in contatto per aggiornarci sulla situazione.

Ho sentito da subito muoversi qualcosa in me; questa ragazza, di cui fino a poco prima non conoscevo l’ esistenza,  era nel Sahara Occidentale per aiutare  altri.

Ora tocca a noi aiutare lei.

Per noi intendo tutte le persone incontrate in questi mesi, che attraverso la condivisione si sono prese cura di Rossella, che hanno guardato oltre i vetri della loro stanza e che hanno deciso di darle voce.

Rossella è una cooperante, a me piace definirla operatrice di pace.

Perché chi si occupa degli altri, chi fa del proprio lavoro una missione tesa a rendere migliore la vita del prossimo, per me incarna nel profondo la definizione di pace.

Una pace che si trasforma in speranza, quella speranza che si irradia sui volti dei bambini di cui Rossella aveva cura, che si anima nei loro sorrisi.

E allora oggi più che mai, oggi ancora più forte, il mio pensiero va a lei.

#freerossellaurru è qualcosa di più di un hashtag.

Per me una preghiera.

Che Rossella torni, che possa riabbracciare al più presto la sua famiglia, che possa essere ancora una volta un’ operatrice di umanità.

Marta

P.S. Attraversando la vicenda di Rossella ancora una volta mi è apparso con chiarezza che nel mondo vi sono situazioni di cui si parla poco, che in quei luoghi a volte così lontani vi sono persone che vi operano e che hanno bisogno del nostro sostegno.

La nostra vicinanza vi deve essere non solo quando capitano avvenimenti come questi, non solo quando nella loro vita si vengono a verificare situazioni tragiche.

Queste persone hanno bisogno di noi sempre e noi da qui dobbiamo essere la loro voce.

Dobbiamo unirci come abbiamo fatto per Rossella e divenire una grande cassa di risonanza della loro umanità.

Pubblichiamo  il video-appello per la liberazione di Rossella da parte di Claudia Zuncheddu, che fin dall’inizio si e’ occupata anche personalmente delle vicende sequestro