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Angelo Vassallo, il senso profondo del bene comune

04 martedì Set 2012

Posted by DonneViola in Ambiente, Basta Casta

≈ 1 Commento

Tag

aristotele, bene comune, guadagno, poltrona

Aristotele diceva che l’ uomo per natura è animale politico.

La politica infatti intesa come perseguimento del bene comune dovrebbe essere qualcosa che ognuno di noi ha impresso nel DNA.
La politica perde l’accezione della definizione di Aristotele quando si trasforma in mero mestiere, quando politica diventa prima di tutto guadagno ed in seguito benessere della polis.
Ogni volta che pensiamo ad Angelo Vassallo pensiamo ad un’anima politica.
Un sindaco non a caso definito pescatore, un sindaco che trascorreva tempo con la sua gente, che ne conosceva le problematiche e con cui perseguiva la difesa del territorio.
Pollica è infatti una perla rara nel panorama territoriale italiano.
E lo è grazie ad Angelo Vassallo ed a chi è stato in grado di non far morire il suo messaggio.
Sono passati due anni dalla sua uccisione, due anni senza colpevoli come spesso purtroppo accade nel nostro paese.
Dopo due anni il ricordo di Angelo è ancora vivo grazie alla Fondazione e alle persone che soprattutto in un momento instabile come questo fanno soffiare il vento della buona politica, quella legata alle persone e al loro territorio, quella che non fa patti con il diavolo e che ha il coraggio di dire no a decisioni scellerate che ipotecano la vita di tutti noi.
Con questo spirito oggi vogliamo rendere un piccolo omaggio ad Angelo Vassallo.
Con la speranza che la buona politica diventi una certezza, che passi dall’essere dei piccoli puntini sulla nostra cartina ad una scia di luce che si propaga in tutto il nostro paese.
Ognuno di noi, come sempre, può fare la sua parte cominciando a non lasciare soli ad agire, ad isolare e controllare, i professionisti della politica che sono quelli per cui conta più una poltrona comoda che il benessere delle persone.
Ognuno di noi può fare la sua parte individuando e sostenendo le persone che perseguono la politica come missione, quelle persone che attraverso i loro comportamenti esprimono interesse e amore per il proprio concittadino, per il proprio territorio.
Angelo Vassallo diceva:
“Vivo e servo i cittadini da sindaco Pescatore, ma devo constatare che i nemici dello Stato e delle Istituzioni mangiano del suo pane e vivono dei sacrifici della gente che lavora”.
Ecco, sarebbe bello avere finalmente un paese governato da tanti politici pescatori.

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Zanardo in rai

15 venerdì Giu 2012

Posted by DonneViola in Basta Casta, La forza delle Donne

≈ 4 commenti

Tag

il corpo delle donne, Lorella Zanardo, Rai, rai radiotelevisione italiana

Lorella Zanardo non l’ho mai conosciuta di persona.

Mi sono avvicinata al suo lavoro poco tempo dopo che è uscito il suo documentario Il corpo delle donne.

E visto che mi aveva entusiasmato dopo pochi giorni mi sono trovata a leggere il libro.

Non credo sia riduttivo dire che quello che ho letto, quello che ho visto mi abbiano aperto ulteriormente gli occhi.

Ancor prima di vedere Il Corpo delle donne la mia vena critica nei confronti dell’ utilizzo dell’immagine della donna era già aumentata.

Provavo già un senso di frustrazione crescente nel vedere le donne trattate continuamente come oggetti.

Lorella con il suo lavoro mi ha aiutato a fare il punto e a vedere le cose in una prospettiva più ampia.

L’ho poi seguita nel suo lavoro avvicinandomi quando possibile al suo blog.

Quello che mi piace di Lorella è che non ti parla solo.

Lei ascolta.

Lei lancia un tema imbastendo le parole con la passione che la contraddistingue, mostrandosi sempre  per ciò che è, senza artifici.

E senti che in quello che scrive è insita la richiesta del parere di chi legge.

Vuole capire, vuole confrontarsi con chi gli sta dinanzi.

Non ama i post a senso unico, non utilizza i proclami.

Per questo con il nostro blog sosteniamo la candidatura di Lorella Zanardo in Rai.

Perchè oltre ad avere un curriculum di tutto ripetto noi la sentiamo una di noi.

Crediamo in lei e ci sentiamo vicine ai suoi valori.

Non sappiamo se sarà possibile ma per noi sarebbe veramente bello vedere #Zanardoinrai nelle TT di twitter in concomitanza con la sua nomina.

Forse è solo un sogno ma a volte sono proprio  i sogni a portarci lontano.

Anche oggi purtroppo le cronache ci riportano all’ennesimo episodio di violenza familiare contro una donna che la portata a cottare contro la morte.

Niente viene fatto per prevenire questa emergenza nazionale di cui noi tutti siamo a conoscenza ma per la quale non si vede una risposta da parte le istituzioni, anzi e’ triste doverlo ammettere, si osserva una riduzione dei meccanismi e dei presidi di tutela per le categorie sociali più deboli in seguito alla crisi economica.

L’unica risposta possibile in questi momenti è quella di parlare alla gente con un linguaggio simbolico e morale nuovo, che trova nella filosofia di Lorella Zanardo la migliore rappresentazione e che arrivi alle famiglie nelle loro case.

Ottimizziamo per fare questo ciò che abbiamo: la televisione.

Come societa’ civile e come blogger non possiamo non sostenerla ed invitiamo tutti a caldeggiare la sua candidatura, ripetendolo all’infinito.

Facciamo rete

#Zanardoinrai

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potremmo riscrivere il finale?

01 venerdì Giu 2012

Posted by DonneViola in Basta Casta, Indignarsi non basta

≈ 2 commenti

Tag

Fiamme Gialle, Massimo Ponzellini, Umberto Rapetto

……….. c’era una volta un colonnello bravissimo, si chiama Umberto Rapetto.

Lui era talmente bravo che la sua fama aveva superato i confini del regno e tutto il mondo lo chiamava per far spiegare i suoi segreti ai propri saggi dei palazzi della scienza.

Con l’aiuto di pochissimi amici superfidati, infatti, lui riusciva ad incastrare i piu’ feroci furfanti che dalle loro truffe nella rete finivano rapidamente e senza clamore nella rete delle fiamme gialle.

Tutti a dire: ma che bravo il colonnello, che meraviglia averlo con noi, che modesto il colonello che non si vanta di cio’ che fa, non compare ogni attimo nei giornali o in TV sfoggiando  perfettissime divise militari.

Perfino la corte dei conti illustrissimi si era espressa in suo favore dicendo che una persona così non poteva non diventare generale.

Lui invece continuava il suo meticoloso lavoro, rifiutando perfino incarichi di prestigio, anche in altri stati: era felice di onorare la sua arma ed il suo Stato.

Certo, ci sono stati tempi difficili,  nelle indagini rompeva qualche uovo prezzolato ma sicuramente sara’ stato felice  quando il principe che aveva in casa uno stimato stalliere, poi incarcerato perche’ mafioso, fu destituito dal RE, per far posto ad un altro principe.

Quel giorno per molti fu festa: il principe e’ sobrio, e’ di sani principi e finalmente si respira, lui ama la legalità, parla forbito, non fa ne’ corna nè cucù nè dice parolacce.

Infatti in men che non si dica, arrivarono in ogni dove le fiamme gialle della giustizia che scoprirono  inganni e truffe ai danni del reame, aprirono lo scrigno dei segreti di faccende e faccendieri e di ricchi fintipoveri …..

chi ha sbagliato deve pagare, meglio se in euro, l’equità prima di tutto, era il loro motto.

Il colonello lavorava indeffessamente com’era sua abitudine fino a quando, un bel giorno acciuffò e fece consegnare alla giustizia dei lestofanti che più criminali non potevano essere, collusi con le varie mafie e con i vertici dei poteri finanziari.

Ed e’ così che nella rete  finirono interi clan mafiosi puri come il club dei Santapaola e la famiglia Corallo.

Ma non e’ tutto  amici lettori.

Adesso viene il bello perche’ il colonello ha scoperto che collegato a questo giro c’era un illustre presidente di banca, cotal Massimo Ponzellini, che venne arrestato mentre i suoi collaboratori stanno ancora oggi cuocendo nella graticola delle indagini che coinvolgono anche damerini (altrimenti chiamati politici) dai nomi altisonanti che si spartivano, tutti insieme ed insaziabili, il bottino dei loro furti.

Nel sobrio mondo della sobrietà, della legalità e della equità tutti ci saremmo aspettati che al nostro eroe finalmente venissero riconosciuti i meriti, con encomi, premi, promozioni e onoreficenze varie.

Purtroppo non e’ andata così, sembrerebbe quasi che questi successi del colonnello abbiano infastidito assai, tant’e’ che gli furono fatti dispetti a non finire fino a rimandarlo come scolaro nel palazzo della scienza, proprio dove lui istruiva i saggi.

Triste dovervelo dire, ma il nostro eroe fu costretto a lasciare il suo mestiere, la sua arma per tornare a casa, triste e sconsolato.

Pochi giorni sono passati dalla dimissione ma tanti si sono indignati profondamente per questa costrizione. L’eco e lo stupore di questa notizia ha portato un politico a fare una interrogazione parlamentare per chiedere di fare piena luce sull’intera vicenda sorta dopo l’arresto del banchiere.

L’interrogazione e’ stata fatta dall’onorevole Domenico Gramazio ed a lui ha risposto  il sottosegretario alla presidenza del consiglio e al Tesoro Vincenzo Grilli in questo modo:

“Il trasferimento del colonnello Umberto Rapetto da capo del Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza è stata una necessaria disposizione che si è dovuta assumere nei riguardi di un ufficiale, il quale eccezionalmente aveva già da tempo potuto godere di ampi margini di permanenza di un incarico e di una stessa sede di servizio . In particolare Rapetto aveva maturato oltre 10 anni di permanenza nello stesso incarico, un  periodo “eccezionale e singolare” rispetto alle carriere di altri ufficiali del Corpo. Inoltre il colonnello Rapetto, nei suoi 30 anni di carriera, ha prestato servizio in soli tre sedi: Portofferaio, Trieste e Roma a fronte di una media di 7 sedi per gli altri ufficiali con la sua stessa anzianità. Di conseguenza non ci sembra, e non appare ai fatti, che il colonnello meriti alcuna promozione e debba pertanto essere trasferito”.
Fine della storia
Ci dovremmo accontentare?
Dovremmo forse pensare che lo stato cede ai ricatti di malavitosi decidendo di sacrificare le migliori menti di cui dispone?
Ci auguriamo davvero che la storia non finisca in questo modo, ci e’ piaciuta tantissimo, ci e’ piaciuto il nostro eroe ma non certo il finale.
Riproviamoci:
……a questo punto intervenne il Re personalmente, capo supremo di tutte le forze del regno, armate e no.
Con saggia decisione dispose il reintegro totale con onore del fedele colonnello e dispose una indagine che permise di mettere in luce colpevoli e mafiosi che vennero, maxima cum ignominia, assicurati alla giustizia.
Ed adesso si che
…..vissero tutti felici e contenti

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(Tiziano Terzani)

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